Acqua verde

30.06.2020

Non cercarmi nei luoghi che hai conosciuto, non ci sono più. Non cammino con un passo che i tuoi occhi fisici possono vedere, né fermo il fluire della luce affinché tu possa trasformare il tuo freddo, ma rimango nomade nei lunghi e brevi cerchi che la Madre compie con estasi intorno alla Stella, e questo è l'unico tempo che i tuoi respiri hanno a disposizione.

Ora che hai imparato a calmare la tua mente, a darle terra affinché possa trovare la sua reale dimensione, ora che mi senti con il corpo intero, che è diventato uno strumento che suona con il vento, che suona con il pianto, che suona con il fragore dei fiori notturni, non hai più bisogno di cercarmi, perché io verrò da te.

Come puoi vedermi fuori se non mi hai ancora fatto entrare nella tua casa? Non ricordi che vediamo solo ciò che siamo? Apriti ancora allora, io ti insegnerò, se tu vorrai, metterò il mio nuovo sigillo di fuoco ai tuoi piedi senza paura e solo a partire dalla tua volontà e dalla tua dedizione il cammino si farà senza fatica. Ma se ti crogioli nel dubbio continuerai a cercarmi in un continente di nebbia. E di me troverai solo tracce, perché non abito più lì.

Seduta di fronte al vuoto, se smetti di lottare, sentirai il fruscio delle mie ali che stanno accendendo dimensioni dove l'acqua è verde perché vede, dove le parole tornano al silenzio, dove gli alberi incarnano il soffio del Cielo. Questo mondo è più vicino di quanto lo siano le tue corde ora, ma percepirlo dipende da quanto ti tieni stretta a quella curiosa armatura fatta di specchi taglienti, che ti rimandano solo squarci di visioni scomposte.

Puoi immergerti nuda ora nel fuoco orizzontale delle mie mille forme ritrovate, ho vegliato nel lungo inverno galattico per rispettare il patto che tra noi non è mai venuto meno: io ti proteggerò dalle tenebre dell'ignoranza che ti priva del tuo fuoco e tu mi darai alla luce sul finire della notte.