Chi-amami animale
Smetto di essere un personaggio del gioco ciclico dei vinti e vincitori, degli eterni mitologici rivali, dell'esaltazione degli eroi e delle vittime di un mondo in agonia. Esco di soppiatto dai tuoi schemi binari, dove mi hai collocata a forza senza il mio permesso, chiamandomi persona. Ho un'anima quindi sono animale, sono viva, per questo cambio costantemente e sfuggirò sempre al tuo controllo.
La dualità non fa parte del mio corpo, né la conosce il mio Sé, non ho un volto ma tante sfaccettature quanti sono i raggi dell'arca solare. Hai ribaltato tante volte la mia esistenza a tuo vantaggio, fino ad oggi, che capovolgendoti ancora una volta, hai finito per non esistere più.
Prima hai cercato di prendermi l'anima e non riuscendoci hai proclamato che non l'avevo. Allora ti sei autorizzato a creare le gabbie, le catene e i chiavistelli. E hai costruito lager dove crescere nel fango e nella sporcizia ciò che ti nutre, senza riconoscerti in quegli occhi, in quelle anime vulnerabili, poiché passi il tuo tempo a convincerti di essere un personaggio della storia dei vincitori di una guerra che non è mai avvenuta.
In seguito hai creato leggi che potessero confermare ciò che credi di essere. E ti sei messo al centro, con tutti i tuoi vuoti incolmabili, la tua fame insaziabile, la ricchezza di fatta di spazzatura, la tua violenza abissale che normalizzi come un comportamento vincente e necessario.
Certo, ti sei fatto un mondo su misura, piccolo, ingenuo e scaltro, che ti calza a pennello, con un Dio a tua immagine e somiglianza che ti aiuta e a volte ti punisce dall'alto di una pesante nuvola scura.
Così goccia dopo goccia hai finito per perdere la tua Essenza Stellare e anche se pensi di esser in vita in realtà sei proprio come gli animali che tieni nelle gabbie, sono loro a tua immagine e somiglianza, che ti ricordano che ci sono dimensioni peggiori della morte.
Ecco, persona non viva, che ti affanni ogni giorno a rimanere nella tua minuscola stalla che ti sei creato su misura, non sei più degno dell'amore di questa infinita abbondanza che ogni giorni scorre sopra e sotto di te.
Ti lascio al tuo destino.