Con senso

26.10.2021

Mi stai seguendo, sento il tuo respiro, anche dove il sentiero è scomparso, anche se i tuoi sensi ora sono confusi e non distingui più le soglie per ritornare o i passaggi per scappare. A volte il tuo corpo è nel bosco e lo senti in salvo, ma un attimo dopo torni a sentire il vuoto della città senz'aria, il freddo delle sbarre che ti rinchiudono e ti contengono. Il tuo corpo è salvo, ma la tua anima ancora cammina per quei luoghi a cui hanno tolto il senso, si aggira raminga come un lupo in pieno giorno, perché non si dà per vinta, né vuole completamente dimenticare l'illusione in cui ha vissuto per tanto tempo. 

Hai creduto in quello che ti è stato insegnato ma ora sai che la tua credenza ha generato così tanta sofferenza dentro e fuori da te che è impossibile comprendere fino in fondo l'ampiezza delle conseguenze. Hai ripetuto mille volte senza neanche accorgerti gli stessi atteggiamenti, sei stata predatore e preda, giudice e condannata, carceriere e carcerata, come se solo così si potesse vivere. 

Hai dato il tuo consenso a quella che altri per te hanno chiamato vita, perché allora eri cieca, e non potevi vedere al di là del tuo fare, né comprendere come si creano i mondi a partire dal libero arbitrio. Le ossa non ti facevano male perché la gabbia le aveva piegate piano piano, poco a poco, fin da quando eri bambina, e il tuo sentire era diventato ben presto un fardello troppo greve e inutile da portare. 

Ma ora che stai perdendo il tuo libero arbitrio comprendi quanto è importante il tuo con-senso e che senza di esso non ci può essere nessun mondo a cui veramente appartieni.  Cominci a ricordare che molte anime prima di te hanno perso la possibilità di abitare il proprio Sé, eppure ti hanno lasciato un filo invisibile con il quale ritornare al primo segno.

C'è il tuo nuovo corpo, che è nato dal cuore del Sole e ora impugna la falce lunare per aprire le strade all'acqua, un corpo che è in continuo cambiamento e non si può identificare. Ci sono i tuoi nuovi sensi, forgiati nella dissoluzione degli elementi come forma di controllo e nel freddo senza luce prima dell'alba. 

E una vasta distesa di silenzio dove ritracciare ogni segmento di un linguaggio antico e autentico, che abbia di nuovo senso a partire dal vuoto.