I segni

26.05.2020

Quando nascemmo non sapevamo parlare ma comprendevamo ogni piccolo segno che ci preparava al nutrimento, all'attesa, all'unione e alla separazione, alla vicinanza o alla lontananza dalla fonte dell'Amore. Io non ti dono le parole perché tu le possa guastare e corrompere con la tua bramosia, io ti dono i segni affinché tu possa riconoscere e seguire il cammino che porta alle radici dell'acqua, come il fiume dalla terra crea il suo corso, poi nasce la vita dentro, intorno e lungo il suo fluire.  

Non cercarmi quindi in ciò che è stato fissato, sepolto, nei riti funebri che hanno violato la coscienza della specie, io non sono più lì. Ho dovuto re-imparare dagli uccelli a proteggere le mie uova e a non darle in pasto a chi prometteva di proteggermi, tagliando l'albero in cui avevo nidificato. Ho imparato a non dare mai per scontato il potere di volare che mi ha dato la Madre del Cielo, e ho accettato il rischio di estinguermi e di non poter tornare.

Perché, ciò che non ti hanno insegnato, Anima che sbirci al di là del velo, è che la vita intorno a te vive in molteplici matrici e può nascondersi sotto la terra, o sopra il cielo, o entrare nei mondi che non vedi, prima di ricordare e tornare alla forma incarnata. Quello che stai imparando, Anima smagrita dentro il confinamento della mente, è che la luce non è fuori da te e che ogni singolo atomo che ti compone vibra e la tua gioia puoi chiamarla musica.

Ora preparati a lasciar morire di fame le parole vecchie, le parole usate, quelle che sono state distorte, abusate, e con le quali mondi vecchi si nutrono della tua innocenza. Preparati a tornare solo ai segni e a disfarti dei progetti e delle leggi che altri hanno creato per te. Sarà un cammino dove non potrai distrarti, perché non avrai distanze e non avrai pelle, la tua pelle sarà la stessa terra e il tuo respiro ogni foglia.

Ricorda che essere Una però, è senza dolore, è dedizione, è piacere, è volontà e gioco, è lì che mi troverai, entrando dalla Porta d'oro, la fessura aperta al centro della quiete, che rompe le parole e dà corpo ai segni.