Il tempio nascosto

19.11.2019

Siamo arrivate sulla soglia, davanti a noi si stende solo una grande distesa di sabbia che si piega in dune in cui ritrovi le piene di fiumi invisibili. Eppure era qui lo ricordo bene - mi dici - sento ancora quel profumo che ha guidato i miei passi nel viaggio come se una grande stella che mi è amica e mi cerca nella notte, quando mi nascondo nella piccola paura, mi avesse portato per mano fino al più antico dei miei ricordi.

Ci sono cuori che non smettono di crescere - ti rispondo- nonostante il deserto vi scavi dei crateri senza fondo e vi faccia sprofondare una sete che non passa.

Non c'era posto per un altro naufragio quando al posto di questa sabbia c'era una distesa d'acqua, non c'era posto per un'altra morte. Allora la terra diventò un grande serpente e ciò che era in basso sovrastò l'acqua e il serpente inghiottì tutta l'acqua in una volta, e diventò un ricordo, una bolla d'oro liquido dentro la terra calda. Neanche la Luna se ne accorse, e quando passò da qui ritrovò il suo riflesso e il suo movimento anche fra le onde di sabbia.

Dall'alto qualcuno arrivò quando il vento era così forte che poteva sbriciolare tutta una montagna. Chi era - mi chiedi con gli occhi lucidi- era una nuova forma dell'acqua che portava con sé la speranza. Aveva cavalcato comete e mutato forma per raggiungere un luogo che quando arrivò non trovò più. Era il suo tempio, un luogo dove rinascere dal niente.

Allora bagnò il deserto con le sue gocce che tenevano insieme formule di musica di milioni di luoghi della nostra grande casa a spirale. Così nacque il primo albero, il cui nome è la più antica canzone che l'anima del mondo ricorda. E dall'albero sei nata anche tu, nella forma di un uccello marino.

Sto ricordando - mi dici- mentre il vento si alza davanti a noi, all'improvviso e la sabbia ci oscura la vista. E' allora che ho potuto farti da scudo e non ho permesso che la tempesta ti facesse a brandelli, una volta ancora, ancora una volta. Così, quando il cielo è tornato in alto e il blu è rientrato nel tuo cuore aperto, ecco che davanti a noi apparve il tetto di un antico tempio. 

Ciò che fuoriusciva dalla sabbia somigliava più all'albero di una nave, e subito scorgemmo un occhio chiuso, disegnato in cima, che appena ci avvicinammo si aprì.