Intento
Sulle rovine della tua mente, quando finalmente la grande epoca della Ragione cede sotto i colpi efferati dei petali di fiori che specchiano il cielo, sopra la collina che è solo un orizzonte, senza più morte e senza più paura, sul ciglio di una strada abbandonata, lì, nasce l'intento.
Visto dall'alto è some una scintilla di fuoco in mezzo alle onde del mare in tempesta, eppure è una terra, un'oasi dove scorre libera acqua in abbondanza, nel silenzio del deserto che pochi percorrono.
Tu non lo vedi in una forma, solo lo senti come un magma che ti scalda il petto, al di là delle parole che svolazzano davanti a te come farfalle.
Senti che mentre nasce è già antico, senti che è già giusto, senti che non può che essere così.
L'intento non puoi dirigerlo, né privarlo della sua totale selvatichezza e libertà. Perché è figlio di un amore fugace e caparbio tra la volontà e il sogno, è figlio del temporale che riversa la grazia dell'acqua sulla devastazione di un incendio. Non prende strade già percorse perché sa come uscire dal labirinto.
Non puoi addomesticarlo, né lasciarlo fermo su un altare come se fosse materia inerte che si decompone con il passare del tempo. No, l'intento è come un falco che vede lontano, non rinchiuderlo neanche per un attimo.
Ti guiderà fin nella più tetra delle foreste, ti farà raggiungere i cupi veleni che la tua anima ha stipato e abbandonato in luoghi-trappola che oggi devi ripercorrere per bonificarli e portarli alla luce.
Sarà l'interprete che conosce la tua lingua quando dovrai parlare con i demoni, sarà il vascello leggero e sicuro in grado di attraversare l'oceano del Nulla.
Ma tu non chiedergli di abbassarsi e camminare nel fango per raggiungere il potere su qualcosa. La tua anima si prosciugherebbe e ti sgretoleresti nel vento come polvere secca.
L'intento può farti guarire solo se scegli la Luce.