La città della Dea

07.03.2023

Dendera dai larghi fianchi, dai lunghi capelli, ciocche suadenti di seta, scure come la notte, come le stanze annuvolate dal profumo, il cardamomo che rende ebbre, il Kyphi che scioglie i nodi. Il destino calcolato nel volo dei cigni mentre l'acqua modella il tuo petto volubile. 

Tutto questo sei: lo splendore silenzioso di un gesto d'amore, sontuoso e povero alla volta, la postura umile e assorta verso l'immensità che rapisce e scuote come quercia solitaria. 

Il tempo e lo spazio non esistono, per questo camminiamo insieme lungo la riva del grande fiume, i tuoi occhi d'argento mi pungono come lame, so che la profezia ci separerà per poi riunirci altrove, ma per stanotte resta ancora al mio fianco, qui, ad osservare un mondo che declina e scompare sotto l'ombra del gelsomino.

Ad osservare le stelle silenziose che tessono ponti verso luoghi sconosciuti dove noi rinasceremo domani, cercandoci, attraendoci, sfiorandoci senza mai incontrarci. Eppure percorreremo gli stessi passi e commetteremo gli stessi errori, perché l'anima ha fretta, chiede di guarire, di aprire a tutti i costi quella gabbia dove è proibito volare.

 Dendera con le sue gambe forti ci sostiene, anche se i suoi artigli non sono umani, per questo il Sole l'ha scelta come messaggera, affinché un giorno quando il fango si seccherà, possa vedere la luce il suo dolce canto, il canto di una chimera.

Per questa notte amami ancora, così lasceremo intatti i sogni delle sapienti, lasceremo dormire le veggenti sotto le grandi foglie del sicomoro e torneremo a bagnarci i piedi nella calda brezza del deserto.

Là, dove ti incontrai la prima volta, senza veli, senza identità, senza memoria.

Eppure nonostante il dolore, la mancanza, l'amarezza della schiavitù e il tarlo dell'assenza, tutta quella luce che hai saputo custodire nel tuo cuore cosmico, che nulla è riuscito ad alterarne la purezza, mi ha resa ciò che oggi sono.

Essa brilla in eterno di giorno e di notte, non più dentro ad un tempio, ma in ogni corpo di donna che oggi si risveglia.