La torre

29.04.2025

Uno per uno, i mattoni della torre in cui sei stata rinchiusa si stanno sgretolando. All'inizio hai avuto paura della luce che è entrata, la tua parte già cieca non poteva sopportarla. 

Poi la luce è diventata sempre più invadente, si è espansa, è diventata sempre più chiara e dopo poco hai sentito entrare il vento. E il vento ha accarezzato a lungo la tua pelle trasparente. Man mano che cadevano le strutture delle vecchie paure hai potuto guardare fuori, e tra gli scorci del Mondo hai incontrato il Vuoto.

Quel vuoto però era quello che avevi dentro, ti è bastato un istante per riconoscerlo. 

Eppure per tanto tempo non hai avuto il coraggio di fuggire, di uscire da quella vecchia torre che cadeva a pezzi. Hai preferito rimanere lì a pensarti ancora prigioniera, piuttosto che rischiare di scoprire cosa c'era fuori.

Ma le stelle che vedevi affacciarsi dalle crepe non ti hanno più permesso di dormire, ti punzecchiavano con le loro promesse di un altrove a cui tu avevi rinunciato.

Vuoi aspettare che crolli tutta la torre per uscire? O vuoi rispondere adesso a chi ti chiama al di là della muraglia?

La scelta è quella che ti traghetterà dall'altra parte, dove il vuoto è pienezza e presenza e il corpo un veicolo per viaggiare nello spazio e nel tempo.

No, non sei nata per stare chiusa, né per stare ferma. Non ci sono torri che ti possano realmente contenere, se tu non le scegli.