Le furie
Arriva il tempo in cui non puoi ritenere l'acqua dentro il letto del fiume. Non può più dormire, non puoi piú zittirla, poiché con lei si è svegliata la corrente dell'oceano, si è destato il mare, si è sciolto il ghiaccio.
Arriva il tempo in cui le tue feroci transenne si sciolgono come torri di sabbia e il tuo mondo di ferro e acciaio viene risucchiato al centro del nulla.
Quel tempo è già qui, ha già trovato nidi in cui crescere, terre fertili in cui sbocciare, anime antiche che lo riconoscono e lo possono ridisegnare.
L'acqua non la puoi consolare, se non la ascolti come fai a comprendere cosa ti sta chiedendo?
Se la imprigioni, la usi, la vendi, la sporchi, se la ignori, se la dai per scontato, se credi che debba solo servirti, dimentichi chi sei.
E vieni dimenticato. Non riconosci la tua immagine allo specchio, e vieni usato, venduto, sporcato, ignorato. È l'incantesimo senza fine della causa e dell'effetto e chi tiene un capo della catena è schiavo di chi detiene l'altro.
Hai dimenticato che vieni proprio da lì e stai dissacrando e odiando il luogo della tua origine.
Prova a ricordare oppure immagina: dove si è generato il tuo corpo di carne quando non era più grande di un chicco di grano?
Solo ricordando, forse, le furie ti risparmieranno.