Abracadabra

22.02.2022

L'Ottava è lo spazio tra la terra e il Cielo, è lì dove la tua anima si espande fino a ritrovarsi intera. Oggi per te termina ciò che è ristretto, ciò che è angusto, ciò che ti tiene compressa dentro a forme che non ti appartengono. Questa fine e questo inizio sono in te la fonte di ogni virtù e di ogni perdizione. Se scegli di uscire dai tuoi cancelli, dal quel luogo sicuro che ti ha resa gonfia di dolore, di rancore, di lamenti, con la testa ricoperta di spine e non di rose, se scegli di rompere il recinto che tu stessa hai contribuito a costruire, oggi questo ti sembrerà già accaduto.

C'è qualcosa di inevitabile: che tu lo creda o no sei piena di Grazia e questo non si potrà mai cambiare, perché nelle generazioni che vanno e vengono l'Essenza rinasce dalle ceneri. 

Per questo la lotta contro la bellezza, l'armonia, la fiducia, la gioia è una battaglia che non può essere vinta, e che vista dal Cielo è solo una grande paura di scomparire nella luce lunare.

Certo, perché se non puoi controllare prima o poi il tuo ego sparisce nell'amore o affoga nel mare della Grazia che non può stare in forme troppo strette, perché lo spazio tra la terra e il Cielo è in verità immenso.

Torna in piedi in tutta la tua grandezza, che la tua schiena non si pieghi, né di fatica né di nostalgia. Che i tuoi piedi sorridenti possano conoscere l'infinito respiro dei fili d'erba e nulla possa turbare l'onda di vita che genera senza interruzioni i mondi cangianti di ogni anima.

Pronuncia la parola che crea e benedice. La parole che apre senza pregiudizio, senza privilegio, senza saccheggio. Pronuncia la parole che vive.

Io abito ancora quel luogo in te che è dolce come il dattero e non teme la siccità. Io mi specchio nella Fonte, da lì provengo come il Sole che ti ha dato la vista per modellare, l'udito per incontrare.

Inevitabilmente alla fine dell'inverno il tepore ti scova e ti fa uscire allo scoperto. Il tuo destino è espanderti come il profumo.