Nebty, le due Signore

04.08.2020

Vedrai due mie figlie innalzarsi sul trono e prendere l'antica forma degli animali che vedi come due costellazioni. Sarà il primo dei miei giorni e l'ultima notte dove mi potrai cercare. All'orizzonte si sveglieranno i soli che erano stati congelati dalla cecità che ha dominato per sé stessa e gli anelli ai tuoi piedi si apriranno affinché tu possa trovare la tua vera fedeltà. Affinché tu possa Essere e non appartenere. 

Li sento tremare nei loro nascondigli, scuotendo i loro cervelli scintillanti, gli umbratili, i passeggeri dell'arca effimera, che hanno scambiato la divinità per idolatria. Coloro che hanno tessuto reti per pescare, invece che per connettere e mettere insieme. Avrai solo il tuo istinto allora per distinguere il vento che cambia, non potrai procrastinare. E lascerai quell'arca alla deriva non per separarti, ma per tornare a me, seguendo le due signore, le due corone, la bianca lattea delle stelle e la rossa sangue che ti ha dato la Terra.

Le Due si uniranno quando diventerai sovrana delle dimensioni in cui hai scelto di transitare per espandermi e rendermi perfetta. Io vivrò in quello spazio che è la vita che mi stai preparando, passo dopo passo, nel tuo giardino selvaggio, pulito dalle tracce di chi conosce solo il suo peso e vuole lasciare il segno. Abiterò nella tua terra fine come la sabbia che riflette la luna nella laguna in cui depongo le mie uova.

Le ali che portano le anime verso i cammini del cielo e le scaglie che le riportano ai cammini polverosi in cui si respira con fatica per vivere, potranno alternarsi e diventare allora profumi, canzoni, paesaggi della tua anima che sa camminare sull'acqua e rimanere calma nell'amore. Solo ti chiedo di aprirmi lo scrigno dove tieni nascosta la tua innocenza e di lasciare che io la possa illuminare.

Solo ti chiedo di correre fuori e di lasciarti inondare dalla pioggia, perché io sono lì, sono nell'acqua del Cielo che si posa sul tuo capo e lo prepara alla corona, che scava per diventare un fiume libero, dove si unisca il canto e il pianto. All'infinito, senza fretta perché non si tratta di raggiungere un luogo, uno stato o un nome. Si tratta di Essere.

Si tratta di percorrere e di diventare, di riconoscere e di accogliere. Si tratta di partorire nella gioia e di comprendere il valore che ha la vita in tutta la Galassia. E quando le Due Signore verranno a chiamarti, dovrai essere pronta a seguirle, portando con te solo la tua capacità di amare e di incarnare la tua verità.

Oggi sono risorta, sono nel Sole che ti ama.