Sensibili alle foglie

14.04.2020

Ti sento camminare nella tua prigione, ascolto la tua voce rotta che non sa più chiedere, ascolto la tua rabbia, la tua confusione, la tua solitudine. Ogni passo che fai nel tuo labirinto risuona nelle nuvole che attraverso ogni alba per arrivare fino a te. Non cercare capri espiatori per la tua condizione, non cadere nella trappola dell'ombra che ti tiene in cattività e ti porta al conflitto, non incamminarti verso una strada già percorsa tante volte in passato, ma entra più in profondità in quello che senti. 

Entra di più nel senso di irrealtà che stai vivendo, nel senso di impotenza, nella perdita dei riferimenti che ti davano i tuoi schemi e di ciò che davi per scontato. Entra nella sensazione di non appartenenza, nell'insicurezza, nella sospensione. Solo così, senza fuggire, potrai realmente riappropriarti della vera forza che hai perduto da tempo, senza accorgertene. Lo hai permesso e solo ora puoi sentire come senza respiro, senza movimento e senza una visione non ha più senso neanche la paura. 

Dentro all profondità puoi trovare il vero il coraggio, il coraggio dell'attenzione, smettendo di distrarti con le tue dipendenze, con la critica, il giudizio, le illusioni della tua piccola mente. Perchè quello che realmente ti guarisce è sentire l'Amore. Non c'è nessun essere vivente che non lo sente. Neanche gli animali tenuti prigionieri perché considerati cibo, neanche quelli usati come se fossero fango di palude. Anche la pietra sotto il tuo piede sente l'amore, perchè viene dal magma, viene direttamente dal cuore della terra.

Se ora « senti » vuol dire che sei ancora viva, ma non sempre ti sei accorta che la tua insensibilità ha permesso alla morte di avanzare e predare la tua bellezza, rubare i tuoi sogni e le possibilità concrete di equilibrio e pace. Puoi sentire gratitudine ora per la tua nuova condizione? Puoi sentire il rispetto per la tua fragilità, quello che ti permette di entrare nelle cicatrici? Allora rimani dove c'è la tua ferita, dove non puoi dimenticare, prendi il tempo per benedire il suono del tuo nome e benedire la vita che hai conosciuto e che hai potuto « sentire ». Questa è l'autentica potenza del tuo Essere.

Ora non puoi più delegare, la tua anima può riversare tutto il tesoro della sua esperienza nel grande flusso del fiume e lasciarlo andare per metterlo a disposizione, lasciare libero e svuotarsi. Allora potrai cominciare a sentire il nuovo profumo del fiore sconosciuto che è sbocciato con il primo sole della tua coscienza.

Quando sarai sensibile alle foglie vorrà dire che hai sei passata oltre la morte e il nuovo tempo per te sarà arrivato.