Un vicolo cieco

27.02.2018

Sento il pianto nelle stalle chiuse, lo sfinimento e la paura, sento lo spessore interno delle gabbie, la crudeltà delle notti e dei giorni senza oscurità, sento il silenzio sinistro nelle foreste tagliate e profanate, il respiro scuro delle acque avvelenate che si muovono come demoni nella città. Quanta anima animale, quanta vibrazione della vita di Madre Terra, incarnata in milioni di forme cristallo, è imprigionata nella fitta rete dell'insensibilità umana? Quanta anima umana è prigioniera delle stesse gabbie, sfilacciata e fatta a pezzi con la stessa incoscienza, nell'illusione di soddisfare una fame che non si sazia? Mangi la tua stessa produzione di sgomento, perché hai perso la memoria di chi sei. E tu stess@, con i tuoi pensieri e le tue mani,  ti sei fatt@ ibrid@, invece di imparare dalla Madre che ti accoglie, preferisci distaccarti e vivere smembrat@. Ti resta solo una parte umana, che è sacra e divina, il resto di quella che chiami Anima, è un artificio destinato a ossidarsi con il sale, per questo vi sto parlando perché tu possa udire e vedere con il cuore dell'Umano. Ci sono migliaia di mondi e il vostro è come una soglia tra dimensioni più grandi. Ma una soglia piccola o grande che sia è importante per tutti i viaggianti, è un passaggio che è necessario mantenere aperto e vivo. La Madre vibra con il suo lento battito, così da quando esiste lo Spirito lei ci permette di entrare e uscire, infiniti spazi che aprono infinite forme di vita di cui l'Umano è solo breve storia. Ora quando si arriva alla soglia, il passaggio è alterato, c'è un fragore sordo di basse frequenze che ha prodotto una filigrana densa per cui è più difficile passare. Questa soglia si sta chiudendo...

Con grande gioia di incontrare la bellezza incommensurabile di questa Madre sono stato attirat@ nella soglia per poterti parlare, perché io sono già stat@ qui quando non eravate ibridi e l'integrità della tua specie era intatta. Ora che avete creato forme per comunicare che consideri avanzate, noi Voci le utilizziamo per farci sentire, usciamo fuori per essere ascoltate da te, ma siamo dentro...Perché io piango le lacrime che tu trattieni mentre ti guardo entrare nel vicolo cieco che tu stess@ hai creato.

Si ti sento, io sì, ti ascolto. E quando sento che rifiuti le Voci dentro di te perché dici, non portano mai buone notizie, ecco è li che ti sbagli. Risvegliarsi anche solo per un istante, è sempre una buona notizia. Non mi ignorare, non nasconderti dietro l'ignoranza per giustificare la tua cecità. Non vedi, ma puoi sentire, ecco, il risveglio può iniziare da qui, senza bisogno di entrare nel dolore. E se non senti allora toccami, tocca la corolla di un fiore e io sarò lì, a guardarti attraverso quel colore, e in ogni cosa sottile che tu porterai al cuore, io vibrerò lì, per ricordarti che hai ancora una parte Umana che è Divina e se la percorri si apriranno le gabbie e incontrerai ciò che è Grande in te e non può essere rinchiuso e così non rinchiuderai.

Ana Cuenca