Un'onda antica

08.01.2019

Esiste una realtà più dura delle tue ossa, una realtà che non si può tagliare o spezzare o dividere, perché è così dura che può solo deflagrare e dissolversi.  Non è visibile agli occhi, ma non per questo non ti imprigiona rendendoti dipendente dai suoi labirinti circolari, che percorri senza essere presente, sentendoti una e sola. Quella realtà a volte riesce a metterti con le spalle al muro, un muro freddo e bagnato che puoi chiamare crudeltà, capace di diluire tutti i colori in un grigio uniforme e pallido.

Quante volte il muro poi è scomparso dietro di te, quando hai potuto cercare al di là del tuo dolore e hai sentito fiorire nel petto quel grande dono che ti ha fatto conoscere il profumo della Terra. Quella prima volta, quando hai sentito che essere viva era una tua deliberata scelta e non solo poco più di una circostanza, il muro è deflagrato senza fare rumore e dietro di te si è aperto l'abbraccio della foresta. La sua profondità, la sua verità, il canto alato di chi sa qual'è la sua casa e non ha paura dei lupi, l'odore di pioggia.

La durezza con il tempo è diventata una conoscenza svelata poco a poco, un rompicapo, una mappa di autoconoscenza, una strada in salita, fino a quando ci siamo sedute sulla riva del fiume e mi hai chiesto: "Perché se nasciamo con le ali camminiamo sulla terra con catene di piombo?"

Ali d'argilla che diventano ali di vento, ti ho risposto. Catene di piombo che diventano danza di luce. Perché nasciamo capovolti e nel mondo dello Spirito c'è sempre un simbolo che ci è necessario per attraversare il mare del mistero da cui è avvolta la nostra esistenza. Quel mare ha onde antiche che possono capovolgere la tua piccola imbarcazione o che la possono far arrivare senza vento nel centro dello spazio che è il cuore del tuo viaggio. La ventura è il poter cavalcare quell'onda e non farti catturare da una qualsiasi forma che imprigiona il cambiamento. Per questo la libertà è il contrario della tua durezza.