La rosa del tuo vento

26.03.2019

Ora che hai imparato a camminare guardando come si muovono le nuvole, il tuo passo è leggero e senti più forte il battito della farfalla che viene a risarcirti, a consolare la tua ferita che non si chiude, disegnando quella solitaria mappa della libertà che ti appare senza confini non appena chiudi gli occhi. Così come nel tempo in cui si compie il grande cambiamento accetti di schierarti dalla parte della vita, quella che si radica sul tuo petto nel momento in cui credevi di averla persa, quella che hai calpestato tanti anni credendo che potesse sempre rialzarsi al di là di tutti gli inverni che l'hanno sepolta e nascosta al Sole.

Ora dipende da te, non puoi dire di non sentirmi, né puoi far finta che questo antico cammino che ci ha rese ogni giorno più libere sia solo l'ultima delle tue fughe. Quella che senti nel tuo stesso pianto è la necessità di espanderti e di abitare la vera dimensione dell'Essere per restarci, nello spazio che ha piume e radici, nella gola che ha un respiro che puoi chiamare Vento, in quella piccola rosa che sboccia all'improvviso.

Ecco, con i suoni del tuo mondo metto insieme i tuoi ricordi, ed entriamo insieme a bagnarci nello Spirito del Fiume che ci ha dimenticate. Io volo per questo e divento libellula e se ti sorprendi che io possa cambiare tante forme e parlarti con tanti linguaggi è perché sei un'anima figlia, un ramo con i fiori appena conquistati, un germoglio che non teme più il ghiaccio, perché è l'albero madre che ora ascolta quando arriva la notte, e si fonde nel bosco, è bosco, è terra, è usignolo, piega, petalo appena caduto.

Il Vento è ciò che ti  permette di attraversare i luoghi ubriachi delle tue solitudini e tornare a cospargere di Luna i tuoi occhi neri di coniglio. Il vento è la tua compassione, che mi attira verso di te come un'eco nella valle, a seguire il tuo passo dondolante e fiero, e a suggerirti un gesto che ti renda sovrana. So che la Rosa è quel nettare che si trova al centro di ogni ritorno. E' una direzione, un destino. Da più di mille anni aspetto lo schiudersi di quei petali.