Sedna

13.12.2022

Essere libera, essere umana, essere nel flusso significa riconoscere la profondità del Cielo, immergersi per ritrovare l'origine, il battito che unisce, l'appartenenza, Essere alla pari. Lasciare la superficie violenta e falsa per ri-tracciare il Sé attraverso le forme infinite che prende l'Acqua sperimentando la vita incarnata. 

Dagli abissi io ti guardo incredula, a volte, mentre cammini sulla superficie e non vedi nient'altro che la tua immagine riflessa e di questo ne fai un mondo, una effimera mappa. Vedo la tua traiettoria incerta, mentre cerchi le stelle capovolte e credi di essere sola mentre ti circondano animali, angeli e spiriti guida.

Tu galleggi attaccandoti alla paura di morire, mentre io popolo il mare, con il mio abito cosmico tessuto da mani galattiche e creo sincronicamente ogni notte come se fosse la prima, perché in me il Kaos è organo e armonia del molteplice e il suono è luce.

Ho tanti occhi per vedere la Luna, ho infinite orecchie per sentirne il respiro, ma non posso toccare la tua pelle silenziosa, né nuotare accanto al tuo cuore di piombo, perché temi ciò che è libero, ciò che è sacro, ciò che è profondo.

E anche se mi conosci, se ci siamo incontrate mille volte sulle soglie dei parti, preferisci credere che io sia mostruosa e tu indifesa e fragile.

Eppure è proprio il vuoto che hai dentro che ti squarta e ti da in pasto al tuo oppressore, e la maschera che indossi, quella del finto bene, ci ha separate e rese entrambe mute.

Io sono muta di fronte alla crudeltà che non percepisci, tu sei muta di fronte al terrore di liberarti.

Lasciamo allora che il silenzio sia l'ultima porta della nostra divisione, perché io sto tornando dagli abissi verso la superficie e tu stai scendendo inesorabilmente verso di me.

Insieme possiamo tagliare le reti.