Stelle di mare

09.02.2021

Presagio di un lungo viaggio, toccare la tua ombra e poter tornare alla Luce. Non dividere il cerchio dallo spazio che genera e non ritardare il canto degli uccelli che annunciano lo schiudersi del Sole. Essere Una, una mano dentro l'altra, per non perdersi, mentre ti tolgo le nuove vesti con cui nascondi gli antichi segreti, che ci hanno reso complici e artefici dei nostri destini. Essere Una, appena dopo la nascita di un nuovo mondo mentre possiamo continuare a morire senza accorgerci.

Questo è il cammino che a volte fai così fatica ad accettare, il passo della bellezza che ti vince e della profondità che ti scopre, lasciando scorrere in superficie tutte le facili comprensioni, quelle già smembrate, già digerite da altri, che non muovono il vento della foresta, né sanno tornare al nido dopo una lunga distanza, né possono rispondere al lungo e ininterrotto richiamo alla trasformazione.

Solo specchiandomi in te io mi riconosco, solo specchiandoti in me ti espandi nella fitta rete dell'Amore. Guardami, non sono lontana, spesso sono dietro di te, mentre tu corri in avanti a cercare un po' più in là il fragore del mare dentro la conchiglia. Eppure sei tu che suoni ed io che ti ascolto, e scambiamo spesso l'alto e il basso, quando le dimensioni si capovolgono. Sì, ogni volta che ti apri io torno nel mare a cantare con le Stelle.

Manca poco ormai, il nuovo Sole ha già messo radici dentro il tuo cuore e fra poco potrà illuminare senza temere di Essere, dimenticando il dolore e la paura di estinguersi. La lingua dell'appartenenza che ti sto insegnando non può essere compresa da chi vive nel deserto dell'anima e semina siccità nella sua strada.

Così, se mi cerchi io arriverò da te con il vento, sarò il tuo bastone infuocato e tu sarai i miei occhi.